La malattia dell’occhio secco è considerata una comune malattia multifattoriale (determinata da più fattori concomitanti) del film lacrimale che interessa la superficie oculare ed è causata da una ridotta produzione lacrimale e/o da un aumento dell'evaporazione del film lacrimale.
La condizione si manifesta con un'ampia varietà di segni e sintomi, compresa una diminuzione della funzione visiva, che incidono notevolmente sulla qualità della vita.
Da un punto di vista epidemiologico, la malattia dell’occhio secco colpisce tra il 5% e il 50% della popolazione generale. È più frequente nelle donne, soprattutto durante la menopausa, e la sua prevalenza aumenta con l’età, colpendo tra il 20% e il 30% delle persone sopra i 50 anni. Tuttavia, recenti studi evidenziano che sempre più bambini ed adolescenti soffrono di questa patologia, probabilmente per via dell’uso prolungato di dispositivi elettronici nel gioco e nello studio.
La malattia dell’occhio secco è scatenata da una serie di fattori intrinseci (correlati al nostro organismo) ed estrinseci (provenienti dall’ambiente esterno o correlati allo stile di vita) che includono età, sesso, livelli di alcuni ormoni, malattie autoimmuni, clima, smog, fumo, uso prolungato di lenti a contatto e/o di dispositivi elettronici ed esposizione ad alcuni farmaci.
Nonostante una migliore comprensione del meccanismo di insorgenza della malattia dell'occhio secco, spesso la diagnosi non è semplice e la terapia è poco efficace.
È ormai chiaro che la malattia dell'occhio secco è stabilita e mantenuta dalla perdita della capacità della superficie oculare di mantenere il suo equilibrio (omeostasi) rispondendo ed adattandosi ai numerosi stimoli nocivi esterni o interni a cui è esposta.
Finché l'insulto è lieve o di breve durata, la superficie oculare può compensare la perdita di omeostasi grazie al meccanismo fisiologico della para-infiammazione o infiammazione sub-clinica (ovvero uno stato infiammatorio non percepibile). Ma cosa regola la para-infiammazione? Sembra che il protagonista sia il cortisolo prodotto dalla superficie oculare stessa, che in piccole quantità è in grado di fronteggiare gli insulti e gli stimoli lesivi a cui giornalmente il nostro occhio è esposto (vento, aria secca, polvere, ecc.). Ma se lo stimolo lesivo diventa intenso o continuo e persistente la sintesi del cortisolo si blocca, il sistema va in crisi e la para-infiammazione ormai non più controllata degenera verso un’infiammazione cronica che scatena la malattia con segni e sintomi severi.
Nella maggior parte dei casi di malattia dell’occhio secco, il trattamento prevede la somministrazione di colliri o gel per aumentare l’idratazione e la lubrificazione della superficie oculare, le cosiddette “lacrime artificiali”.
La maggior parte delle lacrime artificiali presenti sul mercato contiene come ingrediente principale l’acido ialuronico: una molecola di origine naturale che possiede importanti proprietà lubrificanti e idratanti. Diversi altri prodotti contengono invece carbossimetilcellulosa e polietilen-glicole (PEG).
Il limite più grande di queste lacrime artificiali tradizionali è che agiscono alleviando i sintomi, ma non correggono il meccanismo di base che li ha determinati, ovvero lo stato infiammatorio.
Con l’obiettivo di agire anche su questo importante fattore, di recente è stato immesso sul mercato un nuovo sostituto lacrimale che, oltre all’acido ialuronico, contiene una bassissima concentrazione di idrocortisone, un principio attivo ad attività antinfiammatoria che è l’analogo sintetico del cortisolo prodotto dal nostro organismo. Il prodotto, dunque, ha il vantaggio non solo di lubrificare ed idratare la superficie oculare, ma anche di controllare la componente infiammatoria. Infatti, reintegrando il cortisolo endogeno, non più prodotto dal sistema in crisi, aiuta il recupero dell’omeostasi.
Nelle condizioni più gravi di occhio secco, quando l’infiammazione è ormai evidente e la condizione patologica è ormai cronica, la terapia può prevedere l’uso di veri e propri cicli con farmaci steroidei o con ciclosporina, che vanno prescritti da uno specialista ed usati sotto stressa osservazione medica. Le lacrime artificiali vanno comunque sempre contemplate in qualsiasi fase della patologia: esse non vanno consigliate ma prescritte, vanno usate regolarmente e non solo al bisogno, seguendo attentamente le indicazioni dell’oculista. Inoltre, è preferibile scegliere una formulazione priva di conservanti, in quanto questi potrebbero aggravare la condizione già compromessa della superficie oculare.
La malattia dell’occhio secco va dunque riconosciuta il più precocemente possibile e trattata in modo adeguato agendo contemporaneamente su tutte le componenti che la sostengono ed alimentano.
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